Pagine

marzo 10, 2004

Solo un festival?

Bruno Tommaso
Bruno Tommaso
Barga Jazz
ha da poco pubblicato il regolamento per partecipare al suo Concorso di Arrangiamento e Composizione per Orchestra Jazz 2004.
Chi non conoscesse Barga Jazz deve immaginare la sua nascita in un ormai lontano 1986, grazie a personaggi come Bruno Tommaso, Giancarlo Rizzardi (e altri amici), che della musica jazz in Italia, sono stati, in maniera diversa, due formidabili promotori.
Il suo nucleo, quel Concorso di Arrangiamento e Composizione, (credo mutuato da un festival simile in Francia) e' rimasto praticamente lo stesso e da allora Barga Jazz ha premiato un numero considerevole di musicisti (alcuni di loro divenuti oggi importanti, uno su tutti Stefano Bollani).
Gia', il Concorso.
Il nocciolo della questione sta proprio qui: Barga Jazz non puo' essere considerato un festival come tutti gli altri.
Organizzare un festival normale (non solo di jazz) e' cosa abbastanza semplice. Gli ingredienti sono pochi e importanti: i musicisti (o i gruppi), un palcoscenico, un service audio/luci, un bel po' di pubblicita' e, naturalmente, il denaro; il resto sono solo dettagli. Il pubblico sceglie i concerti a cui assistere, ascolta e torna a casa.
Il risultato sia economico che di visibilita' per gli organizzatori e' direttamente proporzionale alla fama degli artisti ospiti e, naturalmente, al denaro a disposizione.
Barga Jazz e' un'altra cosa.

E' vero, c'e' un palcoscenico (nella foto Bruno Tommaso al Teatro dei Differenti) e ci sono i musicisti, c'e' il service audio/luci, la pubblicita' e il denaro; ma su quel palco sale una grande orchestra, probabilmente la migliore sul territorio nazionale, formata da oltre venti musicisti di livello internazionale che hanno studiato per una settimana e, assieme all'orchestra, salgono le opere dei partecipanti al Concorso...
Non qualcosa di semplice, svelto, superficiale come va la vita della maggior parte degli italiani di oggi, fatta di tanta televisione (in Europa siamo coloro che trascorrono piu' ore al giorno davanti alla televisione) e di poca lettura (siamo gli ultimi europei tra i lettori di quotidiani); una vita così svelta e poco approfondita che ha reso al nostro paese ben 22.500.000 analfabeti o semianalfabeti, come stabilisce un autorevole recente studio.
E' quindi estremamente difficile, in questo mondo fatto solo di immagine, di lifting e di visibilita', far capire cosa sia Barga Jazz a chi non la conosce.
Lo sapete, noi guardiamo con diffidenza gli esercizi di stile del jazz, anche se fatti col cuore; amiamo la musica necessaria, fatta piu' con le viscere che col cuore. E in questo senso Barga Jazz e' essa stessa, un esercizio di stile. Ma nello stesso tempo i principi sui quali si regge non possono essere trascurati, per l'importanza che hanno nell'educazione dell'individuo e del pubblico che viene ad ascoltare Barga Jazz.
Indurre a scrivere una partitura e' sì un esercizio di stile, ma porta con se' un bagaglio culturale necessario a chi vi si cimenta davvero non indifferente, perche' non e' facile scrivere di musica, non e' da tutti parlare attraverso le note; e per raggiungere una padronanza di linguaggio, occorrono anni di studi, anni di disciplina, che modellano il carattere e che rendono all'individuo un patrimonio interiore inestimabile, confermando come l'educazione della musica migliori l'individuo e quindi il cittadino del domani.
Tutto questo Barga Jazz lo rende tangibile, ascoltabile, lo traduce in concerti, in una festa lunga una settimana.
E di questi poveri tempi non e' poca cosa.
Stefano Cavallini

Nessun commento: