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dicembre 30, 2001

Parvenues

Una notiziola, apparsa piccola piccola sui giornali della Toscana, affogata tra le notizione forse piu' importanti (forse...), che affollano questo scorcio di inizio Millennio, ha messo una volta di piu' in evidenza come il delicatissimo problema dell'informazione venga lentamente ma inesorabilmente monopolizzato da un pugno di "parvenu" miliardari (leciti?), la nostra (sic!) classe dirigente.
Unica nel panorama italiano, esisteva, fino a pochi giorni fa, una emittente radiofonica che trasmetteva 24 ore su 24 musica classica: Radio Montebeni.
Una radio senza troppe pretese, ma che andava incontro alle esigenze di quei cittadini che non ce la facevano proprio ad ascoltare il bombardamento stolto di musica commerciale delle radio private, al soldo delle multinazionali del disco. Poche parole, poca pubblicità (sempre discreta) e tanta, tanta musica. Da esperto posso dire che forse veniva privilegiato un po' troppo il periodo classico, nei confronti del periodo romantico, ma queste sono disquisizioni stilistiche; il fatto che andasse incontro a un'esigenza sentita da ben 2000 cittadini che regolarmente pagavano la quota di abbonamento, con un bacino di utenza sicuramente molto, molto piu' vasto, non ha smosso le amministrazioni pubbliche (per il momento), perche' la radio

dicembre 15, 2001

È Natale!


Siamo di nuovo a Natale, dopo quel popo' di macello accaduto a New York l'11 settembre. La televisione in questo periodo (tutta la televisione di tutto il mondo) si e' affannata a cercare di creare meno allarmismo possibile, molta propaganda e atteggiamento da Grande Fratello (quello di Orwell).
I maggiori canali di diffusione sono stati messi interamente sotto controllo e come al solito conosceremo le verità, anche quelle piu' atroci, tra qualche lustro, quando ormai non ci sarà piu' niente da risolvere, quando tutto e tutti avranno ormai posizioni acquisite e niente potrà modificare la situazione del "dopo".
Ma e' proprio questo "dopo" che rimane pieno d'incognite piu' delle altre volte; piu' che alla fine della guerra dell'Indocina o dopo la disfatta del Viet Nam. Per non citare il "dopo" della seconda guerra mondiale, decisamente "normale", che ha messo tutti d'amore e d'accordo in una ricostruzione piu' o meno collettivizzata, dopo la vittoria contro un pazzo mitomane che ha coinvolto il mondo intero.
Questa volta i mondi sono due, da una parte