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aprile 20, 2003

Re Pidocchio


Da qualche giorno ho notato, lungo le strade principali della mia città natale, nuovi cartelloni pubblicitari; quelli piu' grandi, che ti appaiono all'improvviso dietro una curva, costretto a vederli almeno di sfuggita, in alto, incombenti, spesso inquietanti.
Voi direte: niente di strano, i cartelloni pubblicitari cambiano a intervalli regolari.
Sì, ma questa volta pubblicizzano una multisala cinematografica; sapete, di quelle dove ti aspetti che ti diano un carrello, per acquistare le tue emozioni, le tue sensazioni.
Una multisala, direte voi; e che c'entra con questa rubrica e questo sito?
C'entra c'entra...  pero' e' bene approfondire un tantino.
La multisala in questione (probabilmente ne sono state aperte altre su tutto il territorio nazionale),  si chiama, salvo errori od omissioni, Medusa multicinema.
Il cinema, nonostante faccia ormai parte della nostra memoria, non puo' essere considerato cultura nata direttamente dalle popolazioni, anche se e' stato (e spesso lo e' ancora) espressione di masse popolari (pure se filtrate dalla cinepresa e dal suo operatore).
Creare un film presuppone un investimento, dunque un capitale, tanto e' vero che il fisco e il sistema contributivo nazionali classificano il cinema "industria cinematografica".

L'industria cinematografica e' sempre stata (oggi non lo si puo' piu' dire) suddivisa in produzione, distribuzione ed esercizio.
La produzione
doveva conciliare il capitale con la parte artistica, la distribuzione era essenzialmente un'operazione di marketing e l'esercizio investiva i proprietari dei cinema.
Ognuno aveva la sua mansione. Che aveva scelto, perche' gli piaceva fare quel lavoro (questo principio dovrebbe valere per tutto il mondo del lavoro). Così nacquero produttori illuminati che hanno regalato al cinema grandi film; talvolta anche i produttori piu' conosciuti (quelli dei film da cassetta) riuscivano a produrre qualcosa di decente: Cineriz, Medusa, Cecchi Gori, de Laurentiis, Ponti e tanti altri.
Generalmente la distribuzione era agganciata alla produzione (Cecchi Gori, Medusa, Cineriz), ma esistevano anche distributori indipendenti, che distribuivano titoli meno da catena di montaggio.
Infine gli esercenti, i proprietari di cinematografi; che potevano avere grandi sale (fino a 2000 posti) o piccoli cinema da 3-400 posti; e certo i possessori di quest'ultimi erano da annoverare piu' nella categoria degli appassionati che in quella dei capitalisti.
A un certo punto la Medusa, sull'orlo del fallimento, fu acquistata da Silvio Berlusconi-Paperon de' Paperoni).
Ma perche' secondo voi Silvio Berlusconi ha acquistato la Medusa?
Perche' e' appassionatissimo di cinema e sperava di mettere sotto contratto grandi registi immortali per produrre grandissimi film? Sbagliato.
Perche' il fuoco sacro del cinema che arde in lui lo aveva portato piano piano a scrivere, produrre e dirigere un film o una serie di film? Sbagliato.
Perche' lui, esperto e appassionato cinefilo, aveva individuato una serie di giovani aspiranti registi, sceneggiatori, soggettisti italiani e stranieri ai quali avrebbe dato un'opportunità a livello internazionale per dare impulso al nuovo cinema? Sbagliato.
Il Silvio nazionale, dal punto di vista artistico-culturale, non va oltre un mediocre piano bar, per cui il motivo e' stato semplicemente commerciale.
Un investimento, quindi, che avrebbe dovuto rientrare nei tempi e nei modi che un qualsiasi investimento presuppone. Ne' piu' ne' meno come per un dentifricio.
Ma fondamentalmente a Silvio del cinema non frega niente, basta guadagnare.
Uno nasce e dice:"Cosa faro' da grande?".
E lottando, forse, alla fine arriverà a fare cio' che ha desiderato fin dal principio.
In questa maniera si stabilisce un rapporto di dignità tra l'opera lavorativa che ognuno di noi e' tenuto socialmente a svolgere e il denaro che riceve per quello che fa. Si tratta di un rapporto di dignità  alta, in quanto un appassionato alla propria opera lavorativa, tenderà a produrre prodotti sempre migliori nel corso della propria vita, a prescindere dalla quantità di denaro che il suo lavoro puo' portargli. Gli basterà guadagnare per vivere dignitosamente e continuare a esercitare il proprio lavoro.
Se la passione nell'esercizio del proprio lavoro non c'e', la dignità alta naugrafa e muore, dando via liberà all'immoralità del denaro, del guadagnare sempre di piu' a prescindere da qualsiasi principio; così il denaro diventa uno scopo anziche' un mezzo, ragione per la quale e' nato. E il denaro senza dignità crea i cosiddetti parvenu, come dicono i francesi, o pidocchi rivestiti, come diciamo noi. Ed effettivamente l'attuale nostro Primo Ministro ha piu' l'aspetto e la preparazione di un pidocchio rivestito che di un signor capitalista del livello di un Rockfeller.
Ebbene, con Medusa multicinema la catena produzione-distribuzione-esercizio si spezza (sarebbe meglio dire si riunisce).
E non contento il nostro pidocchio nazionale apre anche la catena Blockbuster in barba a quei poveri negozianti normali che hanno un negozio normale di noleggio home film.
Dalla produzione al consumatore quindi, come per un buon pecorino o un proscuitto pregiato.
Purtroppo produrre un film importante e significativo abbisogna di palle che il nostro Re Pidocchio non mostra certo di possedere, sarà piu' semplice per queste multisale proiettare film americani, sfornati a centinaia e fatti con i piedi (anche i piu' blasonati come Il Signore degli Anelli che ha collezionato solo un paio di svarioni di montaggio) promuovendo ancora la peggiore cultura americana (perche' anche gli americani hanno cultura alta, ma noi la vediamo o ascoltiamo molto di rado) e affossando ulteriormente il cinema italiano ed europeo. Altro che prodotti pregiati!
E se qualcuno puo' obiettare giustamente che anche i supermercati hanno tolto lavoro ai piccoli negozianti, c'e' da dire che  il ruolo del supermercato verte sulla migliore qualità al minor prezzo (aurea regola di mercato), ma per la settima arte, come viene definito il cinema, come si puo' dare la miglior qualità al minor costo? In questo caso non e' il mercato che stabilisce quale sia un capolavoro o una bruttura, ma il senso critico di ognuno di noi.
Per nostra ignavia oltre vent'anni di televisioni private ce lo hanno irrimediabilmente rovinato e il Re Pidocchio ha potuto salire al trono.

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