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maggio 31, 2003

A prescindere...


Nonostante la imperante cultura basata su una informazione parziale e distorta, esistono realtà (create e portate avanti da persone reali, anche se dietro un monitor, lungo una linea telfonica o direttamente tra la gente) che ci fanno tornare ad aver fiducia nel genere umano (forse).
Le materie che trattiamo in questo piccolo angolo di idee, fatto di scrittura, immagini e musica (per quanto ci possa permettere il mezzo internet attuale), ovvero cio' che ci sta piu' a cuore, sono raramente (ma e' dire poco) trattate e frequentate dall'informazione o dall'intrattenimento di Stato o privato.
Eppure non c'e' niente di piu' immediato e genuino, coinvolgente e divertente della musica che sgorga dal cuore di uno zampognaro delle montagne della Sila o delle parole in ottava rima di un maggiante della Maremma, come l'aria che si respira in una festa paesana tradizionale; per tacere di tutto il mondo artistico etnico-tradizionale-folk al di fuori dei nostri confini nazionali che e' davvero immenso e variegato, un mosaico accecante di colori e incastri, affascinante e misterioso, praticamente sconosciuto.
 Ebbene una di quelle realtà controcorrente (come noi d'altronde), in grado di aprire uno squarcio in questo buio carico di sorprese, si puo' ascoltare la domenica mattina. Si tratta di una interessantissima trasmissione radiofonica prodotta e messa in onda da Controradio, emittente toscana che fa parte di Popolare network, una rete a carattere nazionale di radio locali davvero alternative (e mai parola e' stata piu' appropriata) allo strapotere idiota delle radio commerciali e dell'attuale Ministro delle Telecomunicazioni Gasparri (sic!).
La domenica mattina, piu' o meno dalle ore 10. 40 alle 13.00, si puo' viaggiare nel tempo e nello spazio attraverso un percorso musicale che un po' a balzelloni puo' farci passare dalla samba e bossa nova del Brasile alla musica carnatica dell'estremo Oriente, dalla musica celtica piu' genuina ai tamburi dello Zimbabwe, in un viaggio colmo, oltre che di musica, anche di informazioni e curiosità su usi, costumi e popoli spesso lontani nel tempo, ma talvolta vicini di casa, quasi confinanti.
Un bell'esempio di come possa essere fatta una trasmissione divertente, culturalmente alta, e di grande respiro a dimostrazione di come si possa fare mercato anche senza andare incontro alle grandi multinazionali del disco, come fanno gran parte delle radio commerciali.
Ma a propoposito di mercato: qual'e' il mercato? Quello che qualcuno vuole intendere e del quale vuol far parte, quello dei grandi numeri, quello manovrabile dalla pubblicità, quello che fa guadagnare grandi fortune a prescindere, come diceva Toto', da tutto e da tutti?
Oppure il vero mercato non e' altro che la risultante di una serie di mercati ai quali tutti noi ci rivolgiamo perche' in fondo non tutti leggono lo stesso giornale, non tutti mangiano gli stessi cibi, non tutti guardano la stessa rete televisiva, non tutti bevono le stesse bevande, non tutti seguono lo stesso sport?
In fondo siamo diversi l'uno da l'altro, nonostante i tentativi di metterci tutti nello stesso pentolone e di cancellarci il passato!
Perche' in fondo e' proprio quello che ci fa essere diversi l'uno dall'altro: il nostro passato, non dimentichiamolo.

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