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marzo 31, 2003

Una filastrocca


Come si fa a raccontare delle nostre tradizioni? Della nostra cultura popolare? Di musica o di teatro, della gioia di una rappresentazione, della gioia che si prova per un vecchio gioco di bambini o a cantare una filastrocca; come si fa a pensare a qualcosa di diverso quando c'e' in corso una guerra? E una guerra come questa poi: la piu' grande potenza mondiale, contro un paese desertico, con appena 6 milioni di anime e una povertà straziante; anime tenute in  pugno da un dittatore tra i piu' sanguinari di tutti i tempi e da qualche centinaio di fedelissimi.
Una carneficina di civili (donne e bambini) annunicata, con bombe da 2 tonnellate, missili, uranio impoverito e proiettili intelligenti (cosa ci sarà poi d'intelligente in una guerra dovrebbero spiegarmelo).
C'e' da stupirsi come

un popolo così avanti nell'uso della democrazia come gli Usa  sia ancora alle prese con la pena di morte, abbia negato il protocollo di Kioto e altre proposizioni riguardanti la civile convivenza di una Terra ormai sempre piu' affollata e quindi sempre piu' piccola.
E c'e' da stupirsi come abbia potuto eleggere un pazzo furioso come George W.Bush, l'altra faccia della stessa medaglia dove campeggia Saddam Hussein, una specie di Berlusconi in grande, un piccoletto megalomane che ha sfruttato la persuasione della televisione per istupidire il suo paese: una dittatura occulta, senza spargimento di sangue, ne' piu' e ne' meno come quella di Saddam.
E non si puo' pensare ad altro, in questo momento, purtroppo.
Penso a quei ragazzi americani che per 15.000/16.000 euro l'anno fanno un mestiere normale ma all'interno delle forze armate statunitensi (ad esempio il meccanico); ragazzi come altri di tutte le latitudini che non trovando lavoro ripiegano sull'esercito per farsi magari una famiglia... e si ritrovano poi in pieno deserto iracheno catturati dalla milizia di Saddam, altri pazzi scatenati pronti a tutto.
Quei ragazzi sono stati presi in giro, fregati, ingannati profondamente nientemeno che dal Presidente degli Stati Uniti, il folle cespuglietto, che ha dato ad intendere che la guerra sarebbe stata una passeggiata sulla sabbia.
E poi penso alla gente, ai bambini prima di tutto, alle donne (non credo che se i capi di stato o i dittatori di tutti i tempi, come Bush o Saddam, fossero state donne avrebbero messo su una guerra, ma ve li immaginate Mussolini o Hitler... donna?); penso ai vecchi e a tutti coloro contrari alla guerra (ci saranno pure in Iraq).
Penso a tutti loro e penso come assieme alle loro vite saranno distrutte anche le loro tradizioni, i loro giochi di bambini, le loro filastrocche, la loro musica, il loro passato; ma si sa, la distruzione fisica conta poco (figuriamoci quella culturale) in confronto al petrolio e alla possibilità di continuare (per noi occidentali) ad usarlo a basso costo, a sprecarlo nelle lunghe file domenicali, inquinando l'aria e i nostri polmoni.
Per noi poi il genocidio culturale e' un qualcosa senza senso, non significa niente perche' da noi e' già in atto da anni e non ce ne accorgiamo. A cosa servono le nostre radici, la nostra memoria quando possiamo acquistare il telefonino che invia i messaggini ora anche colorati o possiamo fare la spesa in uno dei grandi megasupermercaticentricommercialisuperassortiti con prodotti Nestle' e Coca Cola? Non chiediamo altro: una televisione, la partita di calcio, una vacanza in montagna d'inverno e una al mare d'estate. Il resto? Chi se ne frega!!
Questo avere ci basta; non importa essere, basta avere.
Ci basta fare un lavoro che ci impegni il meno possibilie (anche se lo facciamo male e malvolentieri e ci girano i coglioni tutte le mattine che Dio manda in terra) e che ci faccia guadagnare il piu' possibile per poi usare il tempo libero (ma chi l'ha inventato 'sto tempo libero?) per spendere tutto quello che abbiamo guadagnato.
E' il genocidio televisivo che ha permesso all'Ottavo nano di divenire Primo Ministro dello Stivale, anche lui vittima inconsapevole del suo stesso genocidio, parvenue analfabeta che sbaglia persino i condizionali (sarebbe anziche' fosse) oltre che i congiuntivi.
Non credo che Bush o Saddam siano migliori del nano in questione; in qualche maniera al potere ci sono arrivati, calzano scarpe italiane da 900 dollari (sì anche Saddam) e ci prendono per il culo, giocando con le nostre vite e quelle degli altri.
Come si fa a pensare a qualcos'altro?

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