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dicembre 15, 2001

È Natale!


Siamo di nuovo a Natale, dopo quel popo' di macello accaduto a New York l'11 settembre. La televisione in questo periodo (tutta la televisione di tutto il mondo) si e' affannata a cercare di creare meno allarmismo possibile, molta propaganda e atteggiamento da Grande Fratello (quello di Orwell).
I maggiori canali di diffusione sono stati messi interamente sotto controllo e come al solito conosceremo le verità, anche quelle piu' atroci, tra qualche lustro, quando ormai non ci sarà piu' niente da risolvere, quando tutto e tutti avranno ormai posizioni acquisite e niente potrà modificare la situazione del "dopo".
Ma e' proprio questo "dopo" che rimane pieno d'incognite piu' delle altre volte; piu' che alla fine della guerra dell'Indocina o dopo la disfatta del Viet Nam. Per non citare il "dopo" della seconda guerra mondiale, decisamente "normale", che ha messo tutti d'amore e d'accordo in una ricostruzione piu' o meno collettivizzata, dopo la vittoria contro un pazzo mitomane che ha coinvolto il mondo intero.
Questa volta i mondi sono due, da una parte
quello guidato dal miliardario George W. Bush messo al governo da altri miliardari; dall'altra il mondo guidato dal miliardario Osama Bin Laden, anche lui sostenuto da altri miliardari come lui (dove siano le differenze tra i due, non si sa).
Ma non e' lo scontro tra due culture, due modi di vivere, due concezioni filosofiche, o due fazioni che combattono per la supremazia economica, la prima, e religiosa, la seconda, come vogliono farci credere. La prima dall'alto del suo benessere e dei suoi sprechi sconsiderati, unici baluardi in grado di giustificare una guerra; la seconda dai bassi della sua miseria e di una visione distorta dell'Islam, ma in grado di creare forte coesione tra la gente affamata.
La verità e' un'altra.
Questa volta probabilmente non ci sarà un "dopo"; una volta finito l'idiota Bin Laden e la cieca idiozia di Bush Jr. e di tutti i loro seguaci, una volta dimenticata anche questa guerra che causa quotidianamente morti innocenti, rimarrà una grande Fame, una Fame enorme, una Fame immensa che lentamente, ma inesorabilmente, fagociterà il benessere e lo spreco.
La Fame ha una forza inaudita e non ha scadenze, userà tutto il tempo necessario, ma alla fine arriverà.
Il bubbone della Fame sarà il 'dopo' di questa guerra idiota; non ci sarà ricostruzione, non ci sarà alcun vero 'piano Marshall', ci sarà soltanto FAME incombente.
A New York il business natalizio, il benessere e lo spreco, sta tornando a livelli normali; anche per questo non me la sento di auguravi Buon Natale.

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